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Archivio per la categoria ‘Galleria Hernandez’

Ekundayo Art Project

11 Febbraio 2013 Nessun commento

Hernandez Art Gallery

presents

EKUNDAYO ART PROJECT

19 febbraio 2013 dalle ore 19:00 alle 21:00

(ingresso € 5,00 concerto, mostra e aperitivo)

mostra milano concerto aperitivo migliore arte africa galleria hernandez Latin Jazz Manuel Azaris, Marco Brioschi, Jorge Caseda, Jorge Gonzalez, Luis Alberto Jimenez, Renata Mézenov Sa, Ermanno Principe, Salvador Puerto, Ernesto Varona 19 febbraio 2013

“Ekundayo” è una parola della popolazione africana Yoruba immigrata a Cuba con la deportazione degli schiavi e significa “trasformazione della tristezza in gioia”.

Hernandez Art Gallery ha l’obiettivo di promuovere i propri artisti sudamericani e italiani in Italia e all’estero in un’ottica di “arte totale”. Uno spazio dove l’arte informale e la fotografia incontra e si fonde con la musica e la poesia del Latin Jazz. In quest’ottica presenta “Ekundayo Art Project”, un evento che unisce due tradizioni e due differenti forme d’arte: la musica jazz e l’arte post-concettuale. Nato lo scorso gennaio a Lisbona, il progetto si propone di sviluppare una fusione di differenti punti di vista musicali, quelli dei membri del gruppo che si esibiranno in uno spazio espositivo unico come un’opera Still Life.

Ekundayo Art Project composto da : Manuel Azaris, Marco Brioschi, Jorge Caseda, Jorge Gonzalez, Luis Alberto Jimenez, Renata Mézenov Sa, Ermanno Principe, Salvador Puerto, Ernesto Varona trasporteranno il pubblico in un viaggio attraverso le mille sfaccettature del jazz così come Franciscojavier da Caracas e Ernesto Morales da Buenos Aires faranno scoprire colori e forme della migrazione e della natura come spazio onirico. Una sorta di Utopia come fu New York per Lou Reed nel 2005 quando realizzò una serie di fotografie una delle quali, “We Could Be Anywhere” sarà in esposizione per i nostri ospiti.

Nella stessa serata si svolgerà un rassegna della tradizione latinoamericana e del sincretismo cubano rappresentata dai Boleros e dal “Cuadro Negro” con le interpretazioni di Salvador Puerto (cantautore cubano), Marcelo Brito (cantautore peruviano) e Mavis Castellano (ballerina cubana).

Artisti in mostra:

Alberto Baldini, Teresa Carreño, Daniela Casadidio, Federico Comelli Ferrari, Davide Ferro, Franciscojavier, Ernesto Morales, Donatella Murro, Lou Reed, Urluck

Regia:

Raffaele Piscitelli (regista)

Il mondo dentro

19 Novembre 2012 Nessun commento

Hernandez Art Gallery

Presenta la mostra fotografica

galleria hernandez Teresa CarreñoIl mondo dentro

Della fotografa Teresa Carreño

Inaugurazione 27 Novembre 2012, ore 18,30

la mostra rimarrà aperta fino a domenica 16 Dicembre 2012

La Hernandez Art Gallery ha il piacere di invitarvi all’inaugurazione della mostra fotografica “Il mondo dentro” dell’artista venezuelana Teresa Carreño, martedì 27 novembre 2012, dalle ore 18,30 alle 21,00, in via Copernico 8, Milano.

La mostra apre il 28 novembre, durante la settimana che segue il giorno 25 novembre Giorno Internazionale Contro la Violenza alle Donne: una coincidenza voluta, dato che il progetto di Teresa Carreño può essere inteso anche come una riflessione critica e una denuncia contro la violenza.
Teresa Carreño non accetta infatti di osservare con indifferenza i drammi che hanno segnato la storia contemporanea e la vita delle donne. Per questo, decide di guardare e vivere dal di dentro le sofferenze e le contraddizioni del mondo, creando immagini in cui lei stessa entra nella storia e la rivive con il proprio corpo attraverso complesse messe in scena. L’autrice, che ha avuto un importante passato come fotoreporter, nella serie Arte & Cronaca ricostruisce le più celebri immagini degli avvenimenti accaduti dopo la caduta del Muro di Berlino (grazie anche alla partecipazione attiva dei suoi studenti dell’Istituto Europeo di Design e della scuola Riccardo Bauer). Dà il suo volto e il suo corpo a una terrorista cecena uccisa dal misterioso agente chimico usato dalle forze speciali russe in quella che è stata definita la “Strage al teatro Dubrovka”, in cui persero la vita anche più di 129 ostaggi a causa degli effetti letali di tale gas. Si trasforma in una madre che accarezza il figlio ucciso nel Massacro di Beslan, nell’Ossezia del nord. Impersona l’iracheno incappucciato e fotografato dai suoi stessi torturatori nella prigione di Abu Ghraib a Baghdad. La sua ricerca dunque la porta “dentro” il dolore degli altri e non più solo “davanti”. Teresa Carreño ci invita a interrogarci, a ricordare tali eventi drammatici, restituendo una nuova vita, una nuova intensità a quelle stesse “immagini simbolo” con cui a suo tempo erano stati raffigurati sulle pagine dei principali giornali internazionali.

Nelle altre due sue ricerche presenti in mostra, “Riflessi” e “Mappa mondo”, l’autrice di nuovo si autoritrae, questa volta però per trasformare il suo corpo in un “corpo politico”, che rivela e assume su di sé le contraddizioni contemporanee. In “Mappa mondo” disegna le carte geografiche sulla sua stessa pelle, offrendoci una visione politico-sociale del mondo. Nella serie “Riflessi” troviamo invece immagini che riflettono un mondo dominato dall’ansia del consumo, dalla cultura dell’intrattenimento, da una violenza sempre più pervasiva. In una fotografia e in un’opera video, ad esempio, la vediamo sola, fragile e impotente, schiacciata da una pioggia di dollari, simbolo dello strapotere finanziario che, come un nemico invisibile, opprime i popoli nel mondo globalizzato. Volutamente teatrali, poetiche e stranianti, le immagini di Teresa Carreño rivendicano così la funzione sociale e politica del mezzo fotografico.

Come scrive María Teresa Boulton: “Lo spazio della bellezza, perennemente inseguito da Teresa Carreño, va incontro a un continuo 

perturbamento, a un’inquietudine senza tregua. La Carreño vorrebbe trasportare le pagine della cronaca nell’ambito museale e della riflessione culturale… La bellezza non è soltanto una questione di forma, ma anche di essenza, d’interiorità, di tensione verso un mondo migliore. (da un testo di)

La Carreño, di origini venezuelane ma residente a Milano, da anni collabora con le più importanti testate italiane e ha pubblicato con case editrici quali Charta ed Electa.

Il suo lavoro “Arte & cronaca” è stato recentemente esposto al padiglione Italia della 54ª esposizione internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, (iniziativa speciale per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, Torino 2012) e alla manifestazione “Imagen y Cuerpos Politicos” a cura del filosofo e teorico della fotografia francese François Soulages, Centro Studi latinoamericano, Caracas (Venezuela).

La Hernandez Art Gallery rimarrà aperta dal martedì alla domenica dalle 10:00 alle 19:30.

Per maggiori informazioni rivolgersi allo +39 02 67490252 – 3385805011 – 3666509665.

A cura di:  Gigliola Foschi

IL GIORNALE «La mia galleria? Un ponte con l’America Latina»

12 Ottobre 2012 Nessun commento

Parte da via Copernico la «sfida» artistica di Consuelo Hernandez

Nasce con obbiettivi ambiziosi e con una formula internazionale inedita a Milano, la Galleria d´arte che Consuelo Hernandez ha aperto all’8 di via Copernico, nel cortile di un palazzo che fronteggia l’edificio neoromanico dei Salesiani.

La formazione di Consuelo, 34 anni, laurea in lettere con indirizzo storico artistico, ha avuto due matrici importanti: l’arte e l’America latina, perchè il papà, Simòn, scomparso nel 1997, era un pittore venezuelano di sucesso, trapiantato e sposato a Milano, con studio in via San Marco.

Così per lei, nata in Italia, è stato naturale, dopo la laurea, avviarsi al lavoro nelle gallerie d’arte di Brera, per poi approdare sei anni fa, al Consolato venezuelano di Milano. Qui nel tempo ha acquistato un ruolo chiave come animatrice e organizzatrice di eventi culturali: non solo arte figurativa, ma anche letteratura, teatro, musica. Un’esperienza che l’ha arricchita fino al punto da volersi «mettere in propio».

La «Hernandez Art Gallery» nasce propio con il proposito di essere un ponte tra l’Italia e l’America Latina; non solo facendo «import-export» di artisti e di ocassioni culturali, ma sopratutto creando un luogo, a Milano, dove approfondire affinità e diversità, e dove cercare, con esse, nuove forme di arricchimento intelletuale.

Spiega Consuelo: «l’arte dell’America Latina-non solo del Venezuela, ma dell’intero Continente da noi è ancora poco conosciuta e troppo spesso confusa con i quadri e le sculture tradizionali venduti nei mercati per turisti. Io voglio introdurre e valorizzare in Italia gli artisti che meglio interpretano la loro provenienza attraverso ricerca vera e sensibilità per la cultura contemporanea. Ci sono tante personalità con forti contenuti da diffondere».

Consuelo è convinta che le opportunità siano tante, perchè a Milano il mondo delle istituzioni straniere (i consolati) e di quelle italiane (gli enti locali) nonostante i propositi non riesce a mettere a frutto le buone relazioni.

Grazie anche ai tanti rapporti che ha costruito in questi anni, la giovane gallerista ha un’idea precisa che non si ferma alla semplice esposizione di opere: «Voglio creare io questo ponte. Il mio desiderio è di riuscire a far diventare la galleria un centro al quale possa rivolgersi costruttivamente chiunque tenga ai rapporti culturali tra Italia e America Latina. Con lo sguardo rivolto a Expo 2015, che darà un inmenso respiro internazionale a Milano».

Alla Hernandez Art Gallery (www.galleriahernandez.com) espongono, fino alla fine del mese, il pittore argentino Ernesto Morales e il fotografo bresciano Federico Comelli Ferrari, le cui opere sono distribuite tra gli ampi locali del piano terra, moderni e luminosi, e l’antico ambiente sotterraneo, uno spazio articolato fatto di archi e volte in mattoni. Già fitto il calendario di mostre, conferenze e incontri.

 

By Paolo Stefanato
Source: Il Giornale 

REPUBBLICA ONLINE – Gli edifici e i monumenti famosi diventano collage coloratissimi

12 Ottobre 2012 Nessun commento

Coloratissimi collage di scatti sovrapposti che trasformano alcuni dei monumenti e degli edifici più famosi del mondo in architetture immaginarie e oniriche: sono le opere del fotografo Federico Comelli Ferrari, esposte fino al 28 ottobre alla Galleria Hernandez di via Copernico, a Milano.

Milano arte galleria hernandez ernesto morales Federico Comelli Ferrari

Palazzo Reale, Milano

La mostra “El otro, el mismo”, una bi-personale a cura di Chiara Canali che vede gli scatti di Comelli Ferrari affiancati ai dipinti del pittore argentino Ernesto Morales, inaugura l’attività della nuova galleria, nata con l’obiettivo di sostenere e approfondire il dialogo culturale fra Italia e America Latina. “Accompagneremo il pubblico alla comprensione e alla conoscenza della cultura latino americana e all’apprezzamento dei giovani talenti italiani che non trovano collocazione nel panorama artistico milanese” spiega la direttrice Consuelo Hernandez.

 

By Lucia Landoni
Source: http://milano.repubblica.it 

MTNews – Arte, un ponte tra Italia e Sudamerica nel segno di Borges

12 Ottobre 2012 Nessun commento

Milano (MTNews) – Una mostra bipersonale, con due tra gli artisti più interessanti della scena contemporanea, per inaugurare – con non poco coraggio, visti i tempi di crisi – una nuova galleria d’arte a Milano.

The Merlin Entertainments London Eye galleria arte consuelo hernandez

The Merlin Entertainments London Eye

Nei locali della ex stamperia Linati si è concretizzato il progetto di Consuelo Hernandez, che ha un obiettivo preciso: “Essere un ponte tra la cultura e l’arte latinoamericana e quella italiana”.

In quest’ottica si spiega la scelta dei due artisti, l’argentino Ernesto Morales e il bresciano Federico Comelli Ferrari, uniti nel segno dello scrittore Jorge Luis Borges, come spiega la curatrice della mostra “El otro, El misto”, Chiara Canali. “E’ una frase – ci ha spiegato – presa in prestito dalla letteratura di Borges, significa l’altro e il medesimo, e questo è il concetto su cui si basa tutta questa mostra, che unisce due artisti anche molto lontani, molto diversi”.

Ernesto Morales è un pittore che indaga nelle sue tele i paesaggi spirituali. “Sto presentando – ci ha detto – una serie completamente inedita di lavori, incentrati sul bosco, sul bosco come metafora di un luogo che può rappresentare l’inconscio, il mondo onirico. E in quel bosco accadono delle trasformazioni, dei mutamenti”.

Federico Comelli Ferrari è invece un fotografo, che lavora soprattutto sui paesaggi urbani, scomponendoli e ricomponendoli in qualcosa di nuovo. “Dialogare con un pittore – ha spiegato – lo trovo stimolante, perché sono due tecniche completamente diverse, ma con dei punti in comune molto forti e molto netti: la ricerca del surreale, la ricerca di ciò che non abbiamo e la ricerca di ciò che vogliamo costruire noi”.

La mostra alla Hernandez Art Gallery resterà aperta fino al 28 ottobre.

 

Source: http://www.ilgiornaledivicenza.it

REPUBBLICA – Una venezuelana nell’ antico spazio del litografo Linati

5 Ottobre 2012 Nessun commento

By Chiara Gatti
Source: www.repubblica.it

Gli spazi illuminati da una grande vetrata al primo piano e ritmati da antiche volte in cotto nel sotterraneo ospitavano la stamperia del maestro litografo Cesare Linati, dove artisti come Guttuso, Messina o Ferroni mettevano sotto torchio lastre di pietra dai disegni memorabili. Oggi gli stessi ambienti, rinfrescati di bianco e dall’aria un po’ londinese, accolgono la neonata galleria di Consuelo Hernandez, venezuelana di origine,  ma «nata e cresciuta a Brera» dice, (suo padre era un artista), passata dal coordinamento delle iniziative culturali del Consolato del Venezuela al sogno di un’attività in proprio.

galleria consuelo hernandez  morales

Vista sotto galleria

 

C’è riuscita inaugurando un luogo destinato all’incontro fra le ricerche estetiche in salsa latino-americana e la giovane arte italiana, meglio se aperta a linguaggi sperimentali. Come nel caso di Federico Comelli Ferrari, bresciano del 1980, che taglia e cuce foto di monumenti storici, dall’ acropoli di Selinunte al Palazzo Reale di Milano, spiazzando l’occhio con prospettive impossibili. Gli sta accanto, per questo primo dialogo a cura di Chiara Canali, l’argentino Ernesto Morales, 38 anni, pittore di atmosfere boschive, umide di pioggia e galaverna.

For more information visit www.galleriahernandez.com

El Otro, El Mismo

5 Ottobre 2012 Nessun commento

Apre a Milano Galleria Hernandez, una nuova galleria in zona Stazione Centrale – P.ta Garibaldi ristrutturata e ricollocata nei vecchi spazi della Tipografia Linati

Ernesto Morales Federico Comelli Ferrari EL OTRO EL MISMO Consuelo Hernandez Direttrice Galleria Hernandez Chiara Canali

La galleria è guidata dalla direttrice Consuelo Hernandez che ha maturato una lunga esperienza artistica collaborando con varie gallerie in zona Brera e avendo ricoperto l’incarico di Assistente alla Cultura del Consolato Generale della Repubblica Bolivariana del Venezuela a Milano.

Obiettivo di questo ambizioso progetto è sostenere e approfondire il dialogo culturale fra l’Italia e l’America Latina, organizzando scambi fra artisti, gallerie ed istituzioni all’interno di uno spazio specializzato nella promozione di artisti sudamericani, accompagnando il pubblico alla comprensione e alla conoscenza della cultura latino-americana e all’apprezzamento dei giovani talenti italiani che non trovano collocazione nel panorama artistico milanese.

Domenico Piraina Consuelo Hernandez Galleria Hernandez

Domenico
Piraina, Direttore del Palazzo Reale con Consuelo Hernandez, Direttrice
della Galleria Hernandez.

In quest’ottica, la mostra d’apertura corrisponde a queste finalità affiancando in una bi-personale le ricerche del pittore argentino Ernesto Morales (Montevideo – Uruguay, 1974) e del fotografo italiano Federico Comelli Ferrari (Brescia, 1980).

Il titolo della mostra, “El Otro, El Mismo”, omaggio alla letteratura argentina di Jorge Luis Borges, interpreta immediatamente il dialogo tra cultura latino-americana e italiana nelle poetiche dei due artisti, che sono l’una diversa dall’altra, perché si fondano su presupposti artistici, stilistici e culturali differenti, ma al tempo stesso medesime per quanto concerne i temi indagati della luce, del mistero, della metamorfosi e del surreale.

“L’Altro” quale sinonimo di mistero, di impermanenza, di atmosfere misteriose e lontane, evanescenti e irreali che caratterizzano nel medesimo tempo i quadri di Ernesto Morales che le fotografie di Federico Comelli Ferrari.

Cosmopolita ma fermamente legato alle proprie radici latine, Ernesto Morales ha realizzato numerose esposizioni internazionali ottenendo riconoscimenti sia in Sud America che in Europa.  Stabilitosi in Italia, ha sviluppato la sua poetica attraverso cicli tematici coerenti che si privilegiano l’uso della pittura come linguaggio totalitario, in un’ossessiva indagine metalinguistica sul significato del gesto espressivo in relazione con la ricezione dello spettatore.

galleria hernandez

Vista sotto galleria

Tra metafore e simbologie, la ricerca di Ernesto Morales ricorre a pochi elementi essenziali che vanno a creare una situazione sospesa tra mondo reale e dimensione mentale.

In questa serie di opere, la pittura di Ernesto Morales si propone di visualizzare la vaporosità della luce all’interno dello scenario paesaggistico di un bosco. Come afferma il pittore “è sulla trasformazione della luce – come metafora – e del bosco – anche questo come metafora – che s’incentra il mio progetto”.La dimensione dell’irreale è rafforzata dalla scelta di colori monocromi stesi attraverso graduali sovrapposizioni e velature, che svelano e nascondono il mondo tangibile, instillando il dubbio di una temporalità sospesa che si dipana tra i concetti di materico e spirituale, di etereo e concreto, di micro e macrocosmo.

Il paesaggio, attraversato dal volo di essere volatili, forse gli stessi eppure in movimento progressivo, diventa incarnazione del tema della migrazione, dell’esilio, del viaggio (esteriore ed interiore) come condizione stessa di cambiamento e rivelazione.

Consuelo con Cioffi, Ainett e Sheila durante l'inaugurazione hernandez

Consuelo con
Cioffi, Ainett e Sheila durante l’inaugurazione

I fotogrammi plurimi e incrociati di Federico Comelli Ferrari si costruiscono mediante un lento processo di post-produzione fotografica che permette all’artista di selezionare, scegliere, sezionare e ricucire un frastagliato e composito collage di segni e forme geometriche che restituiscono l’architettura di città e metropoli.

Un’operazione meccanica e minuziosa che il fotografo ha esercitato sia nei confronti di paesaggi urbani italiani (da Torino, da Roma) sia di scenari esotici ed estranei come Istanbul, La Havana, il Cairo, e la Malesia.Non mancano scatti più complessi e “sperimentali” che rimandano ai luoghi misteriosi della Lombardia, come i paesaggi dell’orrido di Bellano, spazi inquietanti e fantastici, che si dispiegano davanti allo spettatore come fossero una realtà nuova, totalmente immaginaria e fittizia, che nondimeno restituisce il sapore di un luogo, i colori, i rumori e le sensazioni percepite dal vero.A livello stilistico, le opere di quest’ultimo progetto presentano un viraggio a tonalità ricorrenti di colori e il ricorso a una certa simmetria e specularità quale volontà di riorganizzazione formale del campo visivo.

Ainett Stephens Ernesto Morales

Ainett Stephens davanti a un quadro di Ernesto Morales

Nell’ecclettismo e nella visionarietà delle immagini di Federico Comelli Ferrari si coglie la volontà di ritornare alle origini dei luoghi e delle loro tradizioni, nel desiderio di aderire a un pluralismo, a una diversità, a una ricomposizione che ridefinisca i criteri di aperura alle molteplici e differenti culture del mondo.

El Otro, El Mismo

ERNESTO MORALES e FEDERICO COMELLI FERRARI

Galleria Hernandez

For more information visit www.galleriahernandez.com