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Intervista a Kökler su Glit Magazine

23 Maggio 2014
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Kökler team: Emine Sagdic – Kleant Stasa – Hatice Sagdic


Glitmagazine incontra i tre giovani protagonisti del brand emergente Kökler.

Chi é Kökler?
Kökler é un nuovo brand di «High & Prêt-à-porter» donna, con sede a Como, in Lombardia. La Parola Kökler, dal turco «Radici», ha un significato simbolico molto forte per noi, perché vogliamo che i nostri abiti siano carichi di tradizione, di consapevolezza delle varie culture che modellano la nostra società odierna. La nostra metodologia si basa su tradizione, originalità, “interculturalità”.
I materiali con cui lavoriamo sono di alta qualità. Tra i nostri obiettivi primi fra tutti il rispetto di chi realizza il prodotto, dalla produzione dei tessuti alla realizzazione del capo stesso.
La nostra ambizione è riuscire a combinare queste caratteristiche con un design raffinato sfruttando le ultime evoluzioni tecnologiche.

Chi sono Kleant Stasa, Hatice ed Emine Sagdic?
Siamo tre giovani designer con origini e «background» culturale molto diverso.
Hatice è di origine Turca, ma è nata a Magonza, in Germania. Ha studiato Tedesco e Letteratura presso l’universita J.W. Goethe di Francoforte; sua sorella Emine, nata anche lei in Germania, studia teatro, cinematografia e psicanalisi presso la stessa università.
Kleant, di origine Albanese, si è trasferito in Italia, a Genova, dove ha studiato pittura, scenografia e costume all’Accademia Ligustica di Belle Arti.
Si conoscono poi a Milano, dove tutti e tre si trasferiscono per studiare moda e design.

Quando nasce l’idea di questo progetto insieme?
Ci siamo conosciuti in AFOL Moda, durante il corso in Fashion Design.
Già durante i nostri studi abbiamo avuto l’opportunità di collaborare ad alcuni progetti, e dopo qualche esperienza lavorativa che ci ha portato lontani, abbiamo sentito il bisogno di tornare a lavorare gomito a gomito, fino a sviluppare l’idea di dare vita ad un progetto che fosse veramente tutto nostro.
Creare il nostro brand.
Ci eravamo accorti che insieme avevamo maturato una “certa idea di fare design” che non siamo poi stati in grado di ritrovare durante le nostre esperienze come singoli.

Dove nasce la vostra ispirazione?
La nostra ambizione è quella di creare collezioni che nascano da un concetto forte, strutturato. Nel caso specifico di Rozafa l’ispirazione giunge da una leggenda albanese, quella di «Rozafa» appunto. Abbiamo quindi avuto l’idea di creare dei capi concettuali, dei progetti artistici, che non sarebbero stati destinati alla vendita, ma all’esposizione.
E così è stato. Siamo riusciti a realizzare due mostre espositive, una a Milano, che ha preso il nome proprio dalla collezione e l’altra a Francoforte dal titolo “Oltre la Base”.
Oltre agli abiti sono stati protagonisti anche gli scatti fotografici e i figurini illustrativi dei capi.

 

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Un vostro riferimento tra i grandi della moda?
Sicuramente Yohji Yamamoto. Ma anche la Maison Balenciaga e Givenchy.

Che cosa funziona e cosa no, secondo voi, nel sistema moda oggi?
Il sistema moda oggi e diventato molto conservativo, molto chiuso, paradossalmente più in Italia, paese famoso per la sua creatività ed il suo spirito di iniziativa, che in altri paesi europei. Una sorta di casta dalla quale né si esce né tantomeno ahimè si entra.

Che cos’e per voi lo stile?
L’ unione tra quello che sei e quelli che vorresti essere.

Stilisti emergenti da tenere d’occhio per il loro talento?
Yang li

Come dare vita ad un percorso creativo che riesca a fondere tre differenti personalità?
Apparentemente si tratta di un passaggio molto complesso. Noi abbiamo la fortuna di essere tre persone molto complementari, e il percorso creativo, dall’idea originale alla realizzazione dei ci viene quasi naturalmente, come se lo avessimo imparato da bambini, come se lo facessimo da sempre insieme.
Quando ci troviamo di fronte ad un nuovo progetto, alla realizzazione di una nuova collezione, naturalmente ci confrontiamo, discutiamo, cerchiamo idee e input ognuno verso la propria direzione, e naturalmente, scambiandoci idee, punti di vista ed esperienze, riusciamo poi a trovare una direzione che ci trova d’accordo e soddisfa pienamente tutti e tre.

 

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Chi segue cosa?
Il processo creativo per se è seguito da noi tre contemporaneamente, pensiamo che questo sia proprio il nostro punto di forza. Le altre attività sono poi suddivise per progetto.
Non essendo ancora una grande azienda, ci possiamo permettere questa flessibilità che arricchisce l’esperienza di ognuno di noi, essendo cosi più preparati quando i compiti e le responsabilità (speriamo) si faranno più complessi.

Progetti, sogni e ambizioni per il futuro?
Essere in grado di continuare a fare moda rispettando sempre i nostri principi: progettare capi con uno stile che sia sempre all’avanguardia, nel più assoluto rispetto del lavoratore.
E trovare poi il modo giusto di rispettare anche l’utilizzatore finale, il cliente, potendo garantire il giusto rapporto qualità-prezzo.

Source: Glitmagazine